Dal primo report nazionale sul Business Coaching di Speexx insieme a BVA Doxa all’analisi degli effetti positivi del coaching, ecco cosa è emerso nel webinar organizzato da Speexx con Alessandro Pegoraro, Clara Canevari e Anna Vanin.
C’è una forza invisibile che muove le aziende oggi e lo farà ancora di più in futuro: è il Business Coaching sempre più utilizzato come strumento per favorire la crescita delle persone in aziende di grandi e medie dimensioni. E che pian piano si sta facendo conoscere anche nelle realtà più piccole.
È quanto emerge dal primo report nazionale “Il Business Coaching nelle aziende italiane” realizzato da Speexx insieme a BVA Doxa, dal quale sono emersi non solo dati interessanti, ma anche diversi spunti di riflessione su cosa sia oggi il coaching e cosa potrà essere in futuro.
Di questo e di tanto altro si è parlato nel webinar dal titolo “Il coaching: la forza invisibile che muove le aziende del futuro” che Speexx ha organizzato il 31 ottobre 2024 e cui hanno preso parte e Clara Canevari, Business development Director di Speexx e Anna Vanin, Business Development, sempre di Speexx.
In questo articolo, condividiamo alcuni dei punti salienti, utili sia per chi ha partecipato al webinar che per chi se l’è perso.
Per chi volesse comunque (ri)vederlo, ecco la registrazione.
Gli effetti positivi del coaching tra sessioni di qualità e crescita dei manager
Che il Business Coaching piaccia alle aziende è il primo aspetto emerso dalla ricerca condotta da Speexx e BVA Doxa. A confermarlo un dato tra tutti: l’86% degli HR intervistati (di aziende di grandi dimensioni) lo ha già implementato. In tema di consapevolezza e conoscenza dello strumento, poi, i risultati del sondaggio sono ancora più positivi: il 99% conosce lo strumento e sa a cosa serve.
Numeri importanti, come sottolinea Alessandro Pegoraro, che fanno capire come il Business Coaching sia fondamentale per sviluppare le competenze manageriali. Allo stesso tempo, è importante valutare la possibilità di adottare un “coaching su misura per soddisfare le esigenze specifiche dell’azienda. Si può infatti, come fanno in Francia, distinguere tra due tipi di coaching, quello di sviluppo e quello detto ‘da cerotto’. Il secondo viene utilizzato quando ci si trova davanti a situazioni difficili, in tal caso si assegna un coach alla persona che sta vivendo tali situazioni, dalla quale si aspetta un recupero”.
Eppure, il sondaggio condotto da Speexx insieme a BVA Doxa, registra il fatto che le aziende oggi propendono sempre più per un coaching di sviluppo, “che va applicato sempre, come asserisce il 55% degli intervistati. Ovviamente ogni azienda ha i suoi temi e i suoi fattori chiave per emergere nel mercato di riferimento. Ecco perché è importante adeguare l’offerta in base alle diverse richieste e aspettative”, chiosa Pegoraro.
Il coaching è quindi uno strumento sì utile per favorire l’engagement, avere un’azienda più inclusiva, ma anche e soprattutto – come accennavamo – per affinare le competenze manageriali. Chi è capo di uno o più team, oggi, ha un ruolo sempre più cruciale anche perché, come ricordato da Pegoraro “aumentano le persone che lasciano un posto di lavoro non a causa dell’azienda ma dei loro capi. Se, quindi, grazie al Business Coaching, si mettono i people leader in condizione di fare il loro lavoro, l’azienda ne guadagnerà in termini di efficacia, engagement e retention, tutte tematiche importanti per gli e le HR”.
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Il primo report sul people development, da un’indagine Speexx e BVA Doxa
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È possibile misurare il ROI del Coaching?
Eppure, nonostante gli effetti positivi, com’è emerso durante il webinar ci sono diversi ostacoli all’adozione del Business Coaching nelle aziende. Tra questi, l’impossibilità di offrire lo strumento a tutte le persone e come misurare il ROI del coaching (ossia il ritorno sull’investimento fatto).
“Se il primo ostacolo riguarda i budget, aspetto su cui è difficile dare una risposta univoca, il ritorno dell’investimento sul coaching è in realtà misurabile. In primis, c’è da considerare che si tratta di investimenti sulla cosa più importante che c’è in azienda, vale a dire le persone”, precisa il coach che fa anche un paragone con altri Paesi esteri i quali “fanno degli investimenti estesi sul coaching e guardano ai risultati non da un unico punto di vista, ma in termini di engagement, retention e risultati economico-finanziari”.
In Italia, continua Pegoraro, “si tende a parlare di coaching per gli executive team, i leadership team ecc… ma se, invece, si fanno investimenti estesi, si può misurare in maniera più ‘serena’ il ritorno di questo investimento. Ovviamente, in un arco temporale di almeno 6-8 mesi”. In questo la piattaforma di Speexx che offre Business Coaching online può dare un notevole supporto.
“In Speexx”, aggiunge Clara Canevari, Business development Director di Speexx, “abbiamo un sistema di reportistica che analizza i dati registrati all’interno della piattaforma che possono essere condivisi con la direzione Risorse Umane, ovviamente nel rispetto della riservatezza che è alla base del rapporto tra coach e coachee. È possibile ottenere informazioni sulla fruizione del percorso, i feedback dei coachee e la qualità delle sessioni.Tutto questo sia all’inizio, che durante e alla fine del percorso e, grazie ad alignment periodici e a confronti tra il coaching team e le organizzazioni, si valuta il ritorno sull’investimento e si discutono i risultati. Per tale motivo, è fondamentale, soprattutto all’inizio, individuare gli obiettivi aziendali, certo, e capire qual è l’obiettivo per ogni persona che affronta un percorso di coaching, in modo da avere chiarezza e riuscire a capire, successivamente, se si è ottenuto il risultato atteso. La definizione degli obiettivi iniziali per noi di Speexx è un momento chiave della consulenza strategica”.
Coaching interno o esterno?
Un altro aspetto emerso durante il webinar è se sia meglio puntare su coach interni o esterni. Una prima risposta arriva anche dal sondaggio condotto da Speexx dove, alla voce “vantaggi del coaching”, ben il 40% degli intervistati ha dichiarato che affidarsi a delle persone esterne permette di aprirsi di più, aspetto peraltro confermato da Pegoraro in base alla sua esperienza da coach.
Tale inclinazione si nota anche nel fatto che spesso, come spiega Clara Canevari, le organizzazioni chiedono a Speexx di supportare i coach interni attraverso un percorso esterno.
“C’è poi un altro tema, che è quello della supervisione”, aggiunge Pegoraro. “Supervisione che è necessaria alle aziende perché, con il coaching, ci si ritrova davanti a tematiche che richiedono un confronto professionale con chi sì fa quel lavoro o conosce quel settore, ma essendo esterno ha anche un’altra prospettiva. Pertanto, se si pensa a dei coach interni, è comunque importante avere una serie di professionisti esterni che li aiutino nel portare avanti il loro percorso. Il tutto senza dimenticare la cosa più importante del coaching: è l’unico approccio che consente di tenere insieme le necessità di sviluppo personale con quelle aziendali”.
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