Cos’è la workation e i pro e contro di lavorare in vacanza
Si dice workation ma in realtà non è molto di più (o quasi) del fare smart working in vacanza. Questo termine, che è la crasi tra work e vacation è nato intorno al 2020 per diventare sempre più utilizzato nell’estate del 2021 e riaffacciarsi anche in quest’anno. Sono sempre di più infatti le persone che non solo nei periodi normalmente deputati alle vacanze, ma anche in altri momenti dell’anno, approfittano del fatto di poter lavorare con un computer e una connessione ovunque si trovino e fare appunto workation.
Vediamo in questo articolo cosa si intende per workation, come lavorare in vacanza al meglio e se effettivamente questa “nuova” modalità di smart working può essere davvero così proficua. In fondo, una vacanza è una vacanza, o no?
Cos’è la workation: proviamo a definirla
Facciamo un salto indietro nel tempo e torniamo al pre-Covid. Tante parole che oggi sono diventate parte integrante del nostro modo di lavorare o non esistevano o non erano così diffuse da essere comprese per esempio da chi era in pensione.
Se oggi parliamo di lavoro da remoto o smart working, siamo consapevoli che non sono nate negli ultimi 2 anni, ma è in questo lasso di tempo che hanno conosciuto una vera e propria diffusione capillare. E questo è sicuramente un bene: c’è stato – e c’è ancora – un cambiamento culturale che porta i lavoratori a dover lottare sempre meno per poter non essere presenti in ufficio, ma lavorare da casa, al bar, in un coworking ecc…
Anche chi scrive quest’articolo lo deve confessare: nel “lontano” 2016, da dipendente in un’azienda quando chiedevo di lavorare da casa, dovevo avere una forte motivazione per farlo, altrimenti “picche”.
E già il mondo del lavoro è cambiato, se in meglio o in peggio lo diranno i posteri, ma quello che è certo che la workstation non è più vista come un ossimoro. Lavorare mentre si è in vacanza è qualcosa di socialmente accettato, non solo dai datori di lavoro – per loro forse lo è sempre stato – ma anche da compagni di viaggio come familiari o amici.
La workation, se vogliamo dare una definizione, è quindi la combinazione di lavoro e tempo libero: inviare e-mail mentre si prende il sole, fare una call mentre si è nella casa vacanze o prima di farsi un tuffo in mare è sempre più comune.
Possiamo dire che è una vacanza che permette di lavorare da remoto o in modalità smart integrando degli elementi di svago e relax che permettono di essere più produttivi. Come se fosse una sorta di pausa dal lavoro abituale.
Chi può fare workation, dove e come farla
Ma tutti i lavoratori possono fare workation? In realtà solo coloro che possono portare avanti le proprie attività a distanza, con un computer. Ossia i cosiddetti lavoratori della conoscenza.
Per dire: anche un amministrativo potrebbe farlo, ma se è necessario conservare dei documenti cartacei o averli a portata di mano, è ovviamente più complesso.
Inoltre, questa modalità è maggiormente indicata per le professioni più creative ma anche per quelle che prevedono non ci si debba incontrare per forza con i colleghi. Lavorare in vacanza per un creativo spesso è infatti la prassi perché per chi scrive, crea dei video, si occupa di editing ma anche per chi fa un lavoro di traduzione, poter staccare la spina è importante nonché doveroso.
Ma può essere l’ideale anche per uno sviluppatore, project manager e persino per consulenti, coach ecc… che possono svolgere il loro lavoro a distanza.
Su dove fare workation, stando a quanto dice Il Sole 24 Ore, tra le città più gettonate ci sono Brisbane – sì, addirittura in Australia – , Lisbona e Nicosia (Cipro) che permettono di coniugare il piacere della vacanza all’esigenza di lavorare.
Sono poi indicati ovviamente tutti i luoghi di mare, i laghi, ma anche la montagna, i piccoli centri, le città d’arte purché ci sia una connessione a Internet che funzioni o ci sia la copertura per il proprio cellulare da usare come hotspot.
Altri aspetti da guardare: che nell’abitazione delle vacanze o in hotel/pensione/b&b ci sia una scrivania – utilizzare un tavolo non è molto comodo -, spazi all’aperto come terrazze e balconi e ancora prese elettriche ovunque. Si sa: quando viene la creatività meglio assecondarla, anche se si è sul divano a oziare.
Formarsi durante la workation
La workation può essere un’ottima occasione anche per formarsi. Non solo quindi portare avanti le incombenze legate al proprio lavoro, ma prevedere dei momenti da dedicare alla propria crescita. Ovviamente, essendo in un luogo di vacanza, parliamo di formazione online.
Frequentare dei corsi di lingua aziendali mentre si è lontani dal lavoro, può sembrare impegnativo, eppure è un momento ideale per apprendere: si ha la mente più rilassata, si possono leggere degli articoli mentre si è al mare o in montagna o decidere di dedicare un tot di minuti alla formazione la mattina presto prima di iniziare la giornata.
I pro e i contro della workation
Ovviamente come per ogni cosa, anche la workation ha i suoi vantaggi e svantaggi.
Vediamo prima quali sono i pro per i dipendenti:
• poter andare in vacanza più spesso e non dovere aspettare l’estate o il Natale per visitare quel luogo che ti piace tanto;
• poter far coincidere le proprie ferie con quelle del compagno/a, marito, moglie, fidanzato. Anche se in realtà le tue vacanze iniziano dopo, in questo modo puoi partire insieme a lui/lei e continuare a lavorare. Purché poi però arrivino le ferie vere;
• non lavorare sempre dallo stesso luogo e dalla stessa scrivania: variare aumenta la creatività;
• poter andare a trovare più spesso la famiglia d’origine anziché aspettare sempre i canonici periodi di ferie;
• essere più motivati e produttivi;
• poter seguire più facilmente gli impegni dei figli che portano fuori città.
I vantaggi per le aziende:
• maggiore produttività;
• maggiore motivazione;
• aumento della creatività;
• dipendenti più contenti e fidelizzati.
E quali sono i contro della workation? Secondo Mic.com è il segnale più triste dei nostri tempi perché ci porta a lavorare ovunque, a perdere il famoso equilibrio tra lavoro e vita privata – anche se ormai si parla sempre più di work-life integration e a spendere soldi per andare in vacanza per poi lavorare quasi sempre. E in effetti è un rischio.
Sostanzialmente gli svantaggi sono questi:
• lavorare in maniera continua senza riposarsi davvero;
• rischiare di passare tutto il tempo al computer perché “devi finire quella cosa”;
• stressarsi per le scadenze;
• non divertirsi perché il pensiero del lavoro è onnipresente;
• non riuscire a stare davvero con chi ami e sei in vacanza.
Pertanto l’ideale per fare workation è pianificare con attenzione il proprio tempo e spegnere tutto quando ti stai davvero svagando. Nessuna e-mail, nessuna telefonata che possa rovinare il momento del bagno, della visita a una nuova città o l’aperitivo al tramonto.
Inoltre, la workation può essere una soluzione ogni tanto, ma non la norma: abbiamo tutti bisogno di vere vacanze per riposarci.
Anche perché, lato azienda, avere persone che non hanno davvero staccato la spina e sono ancora più esaurite di quando sono partite, può minare il loro benessere e tutto il wellbeing aziendale.