Dateci un feedback! Give us feedback!
Feedback, feedback, feedback. La parola del nuovo millennio. Oramai qualunque cosa facciamo o pensiamo è soggetta alla ricezione di un feedback. Ma esattamente, che cosa vuol dire dare un feedback? E soprattutto, quando e come è il caso di farlo?
Per inquadrare meglio la questione pensiamo sia utile anteporre un vero e proprio caso studio. Vediamolo insieme:
Sei in un negozio di abbigliamento e stai provando un nuovo cappotto nei colori che vanno di moda quest’anno, PANTONE 17-5104 Ultimate Gray + PANTONE 13-0647 Illuminating¹. Diciamo che l’unica cosa “Illuminating” è il faretto alogeno del camerino, dove la temperatura percepita è pari a quella della Death Valley in pieno Luglio, e di “Ultimate” ci sarà solo l’estratto conto della carta di credito perché il cappotto costa ben 650 € (in saldo ovviamente!). Ma non perdiamoci in digressioni… Torniamo al negozio, al tuo cappotto, e alla sorridente commessa che è mezz’ora che cerca di convincerti che quel capo è l’unica cosa di cui hai veramente bisogno, e guarda un po’… ti sta pure benissimo perché si abbina al colore dei tuoi capelli. Peccato che l’ultima volta che hai visto il parrucchiere era prima del lockdown… e no, non quello del 2021…
Insomma, avrai capito che questo non è un feedback, né tantomeno una buona tattica di vendita, è solo un modo per spennarti!
Ora, chiarito cosa NON è un feedback, cerchiamo di capire come utilizzarlo con colleghi, boss di varia natura (sono esclusi il Boss delle Torte e quello delle Cerimonie) e dopo un colloquio (eh sì, diciamo proprio a te, HR!). Ah, visto che ci piace tanto la parola “feedback”, lo faremo in inglese. 😊
Come dire “bravo/a” (o anche il contrario) ad un/una collega:
Per prima cosa togliamoci dalla testa che ogni feedback debba essere necessariamente positivo (ad eccezione dei feedback per il capo – approfondiremo l’argomento al punto 2.). Possiamo infatti utilizzare questo metodo comunicativo anche per toglierci qualche sassolino dalla scarpa, oppure per evidenziare in maniera costruttiva errori o situazioni dove esiste un margine di miglioramento.
Feedback totalmente positivi (+):
1) Quando qualcuno ti ha aiutato a risolvere un problema: “You really went above and beyond to solve this issue. I really appreciate it.”
2) Quando qualcuno ha gestito bene un conflitto in ufficio: “You did a great job managing the conflict that came up during the meeting between John and Karen yesterday. You let them feel heard and understood. Well done!”
Feedback negativi (-) dati con un linguaggio positivo³:
1) Quando qualcuno non rispetta le consegne: “I’ve noticed you are finding time-management a challenge. Is there anything I can do to help?”
2) Quando qualcuno ha scatenato un conflitto in ufficio: “I noticed you appeared upset yesterday at the meeting. Can we discuss how things are going?”
Dare un feedback al “boss”:
Partiamo da alcune semplici regole:
1) Se il boss è donna: il suo management style farebbe impallidire Anna Wintour (sta dilettante) per non parlare del rapporto con le altre colleghe, un vero e proprio esempio di femminismo applicato.
2) Se il boss è uomo: la sua cravatta sarà sempre impeccabile e grazie alla bozza dell’e-mail che ti ha appena fatto leggere vincerà il premio Nobel per la letteratura (gliela correggerai prima di inviarla, non preoccuparti).
Scherzi a parte, attenzione con i feedback, pesa le parole e ricordati di essere sempre costruttivo, boss o non boss. Ad esempio:
1) Ti è stato assegnato un compito difficilissimo. Sappiamo cosa vorresti dire, ma limitati a: “This project is more complex than I expected. How do you recommend I structure it?”
2) Hai ricevuto delle istruzioni per la nuova presentazione aziendale che manco in aramaico: “Can we discuss the new presentation in more detail? I want to make sure we’re on the same page.”
HR, rispondete!
Promettiamo di toccarla piano ma, carissimi e amatissimi HR, diteci perché non ci volete per quella posizione per cui sembravamo davvero i candidati ideali. Ci siamo anche incontrati per ben tre volte, abbiamo condiviso domande personali e private come “che animale vorresti essere?” e “come ti vedi tra 10 anni?”, insomma quesiti e disquisizioni di cui proprio non si potrebbe fare a meno, e poi puff… spariti, peggio che su Tinder.
Un consiglio?
Da PC, premete sulla tastiera CTRL + C e poi CTRL + V per copiare e incollare questo testo:
1) “Thank you for your application to the [XXX] position at [XXX]! We have had a large amount of qualified applications for this position and unfortunately I have to inform you that we are proceeding with other candidates this time around. Again, thank you for the interest you have shown in working with us at [XXX]. Hope to talk to you in the future!”
Fidatevi, in questo modo vi fischieranno meno le orecchie e non sarete tacciati come professionisti del ghosting, ma di questo parleremo un’altra volta… 😊
[1] https://www.pantone.com/eu/it/color-of-the-year-2021
[2] Dal manuale del perfetto passivo-aggressivo (in inglese: passive-aggressive: denoting a type of behaviour or personality characterized by indirect resistance to the demands of others and an avoidance of direct confrontation).
[3] Notare il cambio di linguaggio rispetto agli stessi feedback, utilizzando un linguaggio in prevalenza negativo: “You are missing deadlines, and it is impacting the rest of the team and the project” e ancora “You seemed annoyed in the meeting yesterday; it made reaching a decision very difficult”. Avresti detto la stessa cosa, ma con un tono decisamente più antipatico e un atteggiamento poco costruttivo.