C’è una parola che, sebbene sia di origine anglosassone, è sempre più frequente nel nostro modo di comunicare, ma soprattutto di intendere la vita. Si tratta di empowerment, termine che, realmente, non ha un vero e proprio corrispettivo in italiano. Potremmo tradurla con “potenziamento”, ma non renderebbe merito a tutto quello che c’è dietro il fatto di potenziare sé stessi e potrebbe, poi, essere facilmente confusa con il potenziamento fisico.

Di empowerment, al giorno d’oggi, si parla sempre di più: basta fare una ricerca all’interno di un social come LinkedIn per avere come risultati tantissimi post, ma anche corsi che insegnano come farlo.

In questo mare magnum di contenuti, noi di Speexx vogliamo volgere il nostro sguardo a una parte dell’empowerment, quello femminile, il cui aggettivo indica un vero e proprio cambiamento che riguarda le donne. 

In un mondo in cui si parla ancora di violenza, fisica e verbale, in cui è forte il gender gap e assistiamo a episodi di mansplaining sul lavoro, questo aspetto diventa ancora più importante. E lo è ancora di più per le nuove generazioni che sono nate e cresciute con l’interesse verso tali tematiche. 

Vediamo quindi di capire, in questo articolo, cosa si intende per empowerment femmile e come aiutare le giovani donne ad avere sempre più consapevolezza di sé, ma anche pari opportunità.

ragazza di spalle che sta parlando ad altre ragazze sullo sfondo

Sommario:

Empowerment femminile: caratteristiche e significato

Come dicevamo, la traduzione in italiano del termine in “potenziamento” non rende giustizia al vero significato di empowerment. Forse potrebbe essere più adatta “investire di potere”, ma, neanche in questo caso, si riuscirebbe a far cogliere il fatto che l’empowerment non è il frutto di una singola azione o di una riflessione, ma è piuttosto un percorso che ha come obiettivo la presa di consapevolezza di sé e delle proprie scelte, decisioni e azioni da parte delle donne.

A usare queste due parole e a definirle, appunto, come abbiamo appena scritto, fu la conferenza ONU di Nairobi del 1985, sebbene il tema fosse stato affrontato anche 10 anni addietro con la prima Conferenza Mondiale delle Donne in cui si cercava di sottolineare l’importanza di aumentare la partecipazione femminile nella vita politica, sociale ed economica. 

Perché è importante oggi l’empowerment?

I fatti degli ultimi giorni, che hanno coinvolto una ragazza di 22 anni come Giulia Cecchettin, ma anche quello che si sente dire ogni giorno con femminicidi che colpiscono donne di tutte le età ci dimostrano che, sebbene la nostra società sia abbastanza lontana da quella descritta dal film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”, ancora di strada ce n’è da fare tantissima.

Sulla carta, le donne oggi possono abbandonare uomini violenti senza incorrere in pene severe come succedeva in passato, hanno diritto a essere pagate come gli uomini, a fare lo stesso tipo di carriera ed accedere in maniera uguale alle professioni, ma di fatto la disparità resta. Spesso è il retaggio di una cultura che è stata interiorizzata in famiglia o di un contesto in cui la consuetudine vede la donna come “angelo del focolare”, madre e moglie, pertanto con un carico mentale, nonché fisico, enorme da portare.

La pandemia, poi, lo sappiamo, ha portato molte donne caregiver – nei confronti di persone anziane e di bambini – ad abbandonare il lavoro in maniera così eloquente che tale fenomeno ha un termine che lo sintetizza: she-cession, crasi di “she”, lei, e cession che sta per recession. 

Per molte, poi, uscire dal mercato del lavoro nel periodo 2020-2022 non ha rappresentato un nuovo ingresso, tutt’altro: mancare per diverso ha significato vedere diminuire drasticamente le opportunità di lavoro anche in questo 2023 che ci sta per lasciare.

A questo si aggiungono quelli che sono spesso visti come ostacoli, vale a dire avere dei figli piccoli o un’età avanzata. 

In un contesto simile, l’empowerment ha un ruolo fondamentale rispetto al quale le aziende possono dare un enorme contributo. Come? Attuando delle politiche di recruitment che valutino le persone per le competenze che hanno e non in base al genere, offrendo alle donne possibilità di formazione anche in ambiti più prettamente maschili, per esempio. Ma altrettanto importante è misurare il livello di soddisfazione delle donne e capire come e se riescono ad avere un buon work-life balance che incide sulla loro salute mentale.

Senza dimenticare, poi, il ruolo del business coaching: prevedere dei percorsi di coaching ad hoc per le figure femminili può favorire la presa di coscienza e la possibilità di prendere delle scelte, lavorative ma anche personali, che tengano conto delle proprie aspirazioni e non solo del ruolo che una parte della società cuce addosso alle donne.

Empowerment femminile per le nuove generazioni

Quanto abbiamo detto, ha, senza dubbio, un risvolto sulle nuove generazioni che, rispetto a questi temi, come dicevamo, hanno una grande sensibilità. Ecco perché riconoscere e stimolare l’impegno delle giovani donne e considerarle come agenti di cambiamento è fondamentale per una società che promuova una vera uguaglianza di genere insieme al rispetto delle differenze.

Digither per favorire l’accesso alle professioni digitali per le donne

Un progetto che sposa questa visione è sicuramente Digither, avviato da Generation Italy e Valore D e selezionato dal Fondo per la Repubblica Digitale-Impresa sociale, che si pone l’obiettivo di formare e supportare 150 donne di età tra i 18 e i 34 anni nell’ambito delle professioni digitali. 

Nello specifico, i percorsi, gratuiti, mirano a favorire l’ingresso nel mondo del lavoro come Data Engineer e Java Developer, due professioni che solitamente sono maschili. Il progetto prevede infatti una formazione intensiva di 14 settimane a tempo pieno e online in modo che ogni persona partecipi da dovunque si trovi e garantisce, a fine percorso, almeno un colloquio con le aziende partner di Valore D e Generation Italy.

#ThisLittleGirlIsMe per ispirare le giovani donne

Non solo percorsi professionali, conta tantissimo, per l’empowerment al femminile delle nuove generazioni, l’ispirazione, ossia il far vedere alle ragazze più giovani che le possibilità di cambiare il mondo ci sono, e sono concrete. 

#ThisLittleGirllsMe è la campagna portata avanti da InspiringGirls, progetto internazionale sviluppato in Italia da Valore D con l’obiettivo di incoraggiare le ragazze a seguire le proprie aspirazioni, libere da stereotipi.

La campagna, avviata nel 2021, e tuttora attiva, punta su un lato positivo dell’essere influencer. In occasione della Giornata Mondiale delle bambine e delle ragazze che si tiene l’11 ottobre, è stato infatti chiesto a donne di successo, in qualsiasi ambito lavorativo, di postare su Instagram una foto con l’hashtag #ThisLittleGirlIsMe mostrando così che ce l’hanno fatta. 

Una campagna necessaria, perché secondo i dati diffusi da InspiringGirls, le ragazze sperimentano un calo di fiducia del 30% durante la loro adolescenza.

SheTech, la community che supporta la parità di genere nel mondo tech

In tal senso, un’altra iniziativa da segnalare è SheTech, community che, attraverso attività di networking, formazione e sensibilizzazione, supporta la parità di genere nel mondo tech e digitale aiutando, in particolare, le giovani ragazze a trovare la loro strada in settori prettamente maschili.

Fare empowerment al femminile considerando le nuove generazioni vuol dire infatti anche questo: far vedere che ce la si può fare, che ci sono strade possibili e che, in un mondo in cui dominano le notizie negative, c’è tanto di buono.

Cosa possono fare le aziende per favorire l’empowerment femminile

Un modus operandi che può essere fruttuoso anche nelle aziende: attivare percorsi di mentoring in cui le persone con più esperienza seguono e aiutano le più giovani è sicuramente proficuo, così come sarebbe bello organizzare dei piccoli TED interni in cui chi è arrivato da poco e ha scarsa esperienza può ascoltare quanto impegno c’è dietro una determinata carriera ma anche quante soddisfazioni. 

Avere dei modelli positivi è sicuramente una parte importante dell’empowerment al femminile perché è la dimostrazione concreta di cosa voglia dire attuare un percorso – che di fatto non ha mai fine – di presa di consapevolezza di sé e delle scelte che è possibile fare. In maniera libera, lontana da bias, da stereotipi e dal “si è sempre fatto così”.

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