Il benessere psicologico delle persone in azienda aumenta la produttività
Gli strumenti per promuovere e tutelare il benessere psicologico in azienda sono molti e la loro messa in atto è oggi più che mai una scelta non solo di identità ma anche una scelta strategica, per aumentare la brand awareness, per far crescere il business e attrarre nuovi talenti.
Entro il 2030 i problemi di salute mentale saranno la principale causa di mortalità nel mondo. Secondo l’Atlante della Salute Mentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono i governi i primi a essere citati come responsabili, e soprattutto finanziatori, per i servizi di salute mentale. Negli ultimi anni però anche le aziende si sono rese conto del ruolo che hanno sulla salute mentale, dato che la maggior parte delle persone trascorre un terzo della propria vita adulta al lavoro.
I luoghi di lavoro che promuovono la salute mentale e sostengono le persone con disturbi mentali hanno maggiori probabilità di ridurre l’assenteismo e aumentare la produttività. Come ha stimato l’Oms, per ogni dollaro investito nel trattamento dei disturbi mentali si vede un ritorno di quattro dollari in salute e produttività migliori. Molti fattori di rischio per la salute mentale inoltre possono essere presenti proprio nell’ambiente di lavoro, per questo è importante una strategia efficace per prevenirli. Se fino a due anni fa queste strategie erano proprie di realtà virtuose, la pandemia ha fatto sì che saranno driver fondamentali per le aziende, capaci di fare la differenza durante il 2022.
La pandemia ha contribuito ad accrescere l’attenzione sul benessere psicologico in azienda
La pandemia ha di certo contribuito all’attenzione che persone e imprese hanno iniziato a dedicare al tema della salute mentale. Nel 2022 il mondo infatti dovrà fare i conti con questo tipo di impatto più che su quello socioeconomico. Uno studio di Lancet parla di 53 milioni di casi in più di depressione (+28%) e 76 milioni di casi in più di disturbi d’ansia (+26%) rispetto al 2020.
Come ha riportato Il Sole 24 Ore, in Italia si stima un aumento di almeno il 30% dei pazienti presi in carico dal Servizio Sanitario Nazionale dall’inizio della pandemia per problemi connessi alla salute mentale. E come dichiarato dal presidente del CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi) David Lazzari al quotidiano Il Foglio, il 51% degli Italiani ha un livello di stress tra 70 e 100, che è il massimo.
Le aziende dovranno ridurre questo impatto il più rapidamente possibile. Secondo una ricerca di BVA Doxa per Mindwork, il 62% dei lavoratori italiani reputa utile un servizio di supporto psicologico per fronteggiare momenti di stress e disagio legati al rientro in azienda (+8% rispetto al 2020). Si assiste già a un boom di soluzioni per il benessere psicologico dei professionisti ma c’è ancora terreno da recuperare.
Il bonus psicologico e l’impatto positivo sul business, anche dopo la pandemia
Il disagio psicologico non riguarda solo il momento della pandemia, anzi, se non viene ridotto con interventi significativi può influire a lungo termine su salute e qualità della vita. Il fatto che il “bonus psicologico”, contributo economico per aiutare le persone a sostenere le spese iniziali per un percorso di terapia, sia stato escluso dalla Legge di Bilancio ha suscitato le proteste dell’opinione pubblica e acceso ancora di più i riflettori sulle modalità in cui tutelare la salute mentale.
Lo stesso Lazzari nel commentare questa scelta e nel metterla in correlazione alle politiche di welfare aziendale, citava come esempio virtuoso il Regno Unito, che negli ultimi anni ha fatto un grande investimento per rendere disponibili le attività di psicologia e di psicoterapia a tutta la popolazione, “creando una rete di centri capillari sul territorio”. Questa scelta ha seguito anche un criterio economico: “La London School of Economics ha valutato i costi legati all’assenteismo sul lavoro dovuto ai problemi di salute mentale e i vantaggi legati a una loro presa in carico: ogni euro speso per la salute psicologica produce 2,5 euro di risparmi. Vista la portata di queste cifre, il governo ha scelto di stanziare fondi importanti per un programma di arruolamento di migliaia di psicologi e psicoterapeuti”.