Insieme al Politecnico di Milano, Speexx ha organizzato un webinar in cui si è parlato di quali processi la nota azienda automobilistica stia mettendo in atto per avere un approccio maturo e consapevole all’uso dell’AI e dei dati. Ecco cosa è emerso.

Al giorno d’oggi, lo sappiamo bene, Intelligenza Artificiale è diventata una vera e propria keyword. Una parola chiave che si lega a innovazione e cambiamento e rispetto alla quale le organizzazioni non vogliono farsi trovare impreparate.

Ma come si portano avanti i processi per realizzare questo cambiamento? E l’AI quali aree va a toccare? Quali sono le potenzialità per le persone interne all’azienda e quali sono i rischi in cui ci si può imbattere?

Tutte queste – e altre – domande sono state al centro del workshop online organizzato il 27 maggio scorso dal Politecnico di Milano insieme a Speexx dal titolo “La rivoluzione dei dati e dell’AI in Lamborghini: sfide e opportunità per il futuro”, a latere della presentazione dell’Osservatorio HR Innovation Practice avvenuta il 15 maggio a Milano.

Durante il workshop, con gli esperti Lamborghini, si sono affrontati i vantaggi offerti dall’IA nei processi di innovazione continua nella storica azienda (nata nel 1963) e l’impatto che l’adozione di nuove tecnologie e l’attenzione ai dati sta avendo sulle persone.

Sommario

Le organizzazioni non hanno ancora un approccio maturo all’utilizzo di AI e dati

Una rivoluzione che, com’è stata evidenziato da Martina Mauri, direttrice dell’Osservatorio HR Innovation Practice – che, insieme a Claudio Cattaneo, Senior Key Account di Speexx, ha moderato il workshop – nelle aziende comincia timidamente ad apparire.

Stando ai dati dell’Osservatorio HR Innovation Practice 2024 (per un’analisi che ha coinvolto 1500 persone), a oggi sono poche le organizzazioni che hanno un approccio maturo all’utilizzo dei dati e dell’IA. Solo il 32%, infatti, utilizza almeno una soluzione a supporto dei processi HR e, quando lo fa, si avvale essenzialmente di chatbot a supporto di attività amministrative, navigazione degli applicativi aziendali o processo di onboarding; sistemi di elaborazione del linguaggio naturale, prevalentemente per lo screening dei CV e sistemi di recommendation, per suggerire i contenuti/percorsi formativi più adatti in base alle esigenze della singola persona.

AI e HR: quali possono essere gli ambiti di utilizzo e i rischi connessi?

Quando, invece, si parla di Intelligenza Artificiale generativa che, come ha sottolineato Mauri, è stata quella che ha acceso l’attenzione in generale sull’AI – perché può avere impatti sul contesto lavorativo e sul ruolo della direzione HR – si possono notare percentuali diverse.

Innanzitutto il 43% delle organizzazioni la sta sperimentando in ambito HR. Di queste, il 24% lo fa nell’ambito employer branding e ricerca e selezione del personale, ma c’è anche un 31% che ammette che le sperimentazioni non sono in area HR. C’è poi chi, il 24% usa l’AI generativa per formazione, analisi, sviluppo di competenze.

L’Osservatorio del Politecnico ha evidenziato, inoltre, quali sono, attualmente, i principali rischi e barriere per le organizzazioni e per le persone.

Per le prime, c’è la mancanza di competenze adeguate così come di predisposizione da parte delle persone, la capacità dell’organizzazione stessa e una cultura poco digitale. Le persone, invece, vedono come rischi l’indebolimento delle relazioni interpersonali, i problemi legati alla privacy e alla protezione dei dati e sono scettiche sull’affidabilità delle risposte fornite dagli algoritmi.

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Il “journey to data & AI” di Lamborghini

In tutto questo si inserisce Lamborghini come caso aziendale che, nel workshop online, ha condiviso le best practices portate avanti per un’introduzione consapevole dell’AI nelle attività aziendali, collaborando con la funzione HR come facilitatrice di questo importante cambiamento.

Alberto Ferrarotto, Head of Learning, Development & Talent Acquisition, Eulalia Santomauro, IT Strategy, Innovation & Governance Manager e Lorenzo Cavicchi, IT Manager, ognuno per la loro area di competenza, hanno condiviso strategie e tattiche messe in atto per creare un vero e proprio “journey to data & AI”.

Un viaggio che, come potete vedere dall’immagine sotto, ha preso il via in questo 2024 e che viene portato avanti tramite delle tappe ben precise suddivise tra la prima e la seconda metà dell’anno. Nei primi 6 mesi Lamborghini si è concentrata sulla valutazione della conoscenza esistente già in azienda, sulla sensibilizzazione e sull’aumentare la consapevolezza.

Come ha sottolineato Eulalia Santomauro, per creare il journey “ci siamo interrogati su come poter sfruttare al meglio il potenziale di collaborazione, lavorando principalmente su 2 aree: creazione del mindset (su cui stiamo lavorando tuttora) e sperimentazione”.

Primo passo: survey interna

Ciò ha significato, per Lamborghini, partire da un’analisi interna ossia da una survey proposta alla popolazione aziendale per capire il grado di conoscenza in azienda rispetto alle nuove tecnologie. La forte partecipazione al sondaggio ha dato all’azienda un primo importante segnale di attenzione da parte della popolazione. “Si è rilevato”, ha continuato Santomauro, “che le persone sono, infatti, molto coinvolte dalla tematica: l’80% degli intervistati è familiare con le nuove tecnologie e l’82% ritiene che l’AI abbia un ruolo fondamentale per il settore automotive e possa migliorare i processi e la collaborazione. Le persone, in generale, vogliono essere formate su questi temi”.

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Focus sulla sensibilizzazione e la consapevolezza tramite i contenuti e un hackathon

Il “viaggio” è poi proseguito con un focus sulla sensibilizzazione e sulla consapevolezza: “Abbiamo lanciato la versione di Microsoft Pilot con protezione dati (siamo stati tra i primi del gruppo) e dato il via alla campagna di comunicazione “Say AI” con una intranet con i primi contenuti legati al tema Data &AI in modo che ogni collega possa formarsi su queste tecnologie e fornire il proprio contributo in termini di idee ed applicazioni”.

Sempre nella seconda metà del 2024, dal 4 al 6 giugno, ha preso il via il Lamborghini Hackathon Digital Race che, come ha spiegato Lorenzo Cavicchi, è stato un evento fisico che ha coinvolto 30 colleghi suddivisi in sei squadre: “Un’iniziativa fondamentale per creare motivazione, dare un segnale sul fatto che siamo presenti su questi temi e ci crediamo. La challenge è stata aperta a tutta la popolazione aziendale e hanno aderito 300 persone. Visto il numero, abbiamo dovuto creare un sistema di challenge intermedia con delle piccole sfide a livello digitale per dare modo alle persone di dimostrare le competenze già acquisite o la passione in diversi ambiti e di poter partecipare alla selezione finale che ha visto protagoniste 30 persone”.

Oltre al coinvolgimento di tutta la popolazione e a dare un forte input alla cultura aziendale, l’hackathon ha ovviamente anche un risvolto pratico: la soluzione che ha ricevuto il primo premio verrà realizzata entro i 12 mesi successivi.

L’importanza della formazione con le training pills

Il terzo step riguarda invece la creazione di training pills, ossia brevi video pillole di formazione disponibili all’interno della piattaforma Lamborghini Learning Place. Obiettivo: creare conoscenza con un linguaggio semplice e grazie a dei brevi video interattivi della durata di 5 minuti.

Le pillole, realizzate insieme alla professoressa Carlotta Orsenigo e al professor Carlo Vercellis del Politecnico di Milano, sono rivolte a tutta la popolazione aziendale di Lamborghini e vengono rilasciate ogni due settimane.
Sono 6 e riguardano i seguenti temi:

  • Introduzione all’AI e ai Data Analytics
  • Data Analytics
  • Machine Learning
  • Intelligenza Artificiale Generativa
  • Applicazioni dell’AI
  • Come l’AI può aiutare il tuo lavoro.

I progetti pilota per testare le competenze acquisite e puntare sul business

Ma non finisce qui: le ultime 2 tappe del journey to data & AI prevedono una formazione pensata su misura delle varie persone e programmi di mentorship per arrivare alla tappa finale del viaggio in cui si lanceranno dei progetti pilota. Progetti che dimostreranno la messa in atto delle competenze acquisite grazie all’AI su aspetti del business che si vogliono portare avanti.

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I tool di Intelligenza Artificiale per HR e L&D

L’intelligenza artificiale ha un enorme potenziale e potrebbe rivoluzionare il mondo del lavoro in ambito HR e formazione. L’utilizzo sapiente di queste nuove tecnologie apre grandi opportunità. Ma come può l’IA supportare questo gli HR?

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L’AI comporterà nuovi ruoli ma anche nuove modalità di lavoro

Come si è arrivato a tutto questo? Innanzitutto, come ha evidenziato Alberto Ferrarotto, è stato doveroso partire da alcuni punti di riflessione tutt’altro che banali, tra cui ne emerge uno: “Siamo di fronte a un cambiamento fatto per restare. Negli anni abbiamo visto diverse tecnologie arrivare, ma l’AI sta avendo un impatto molto forte. Per quel che concerne il mondo HR, sicuramente ci saranno dei cambiamenti sui ruoli delle persone. Questo si traduce in nuovi ruoli, ma anche nell’avere una modalità di lavoro in team misti in cui si lavorerà fianco a fianco con sistemi e processi basati sull’AI”.

In Lamborghini si stanno quindi inserendo nuove figure “che ci aiutino a capire come usare l’AI e a comprendere come gestire e settare i dati, non solo per portare a casa maggiore efficienza ma anche per avere la capacità di valorizzare la creatività, l’empatia e il critical thinking.  Dobbiamo, inoltre, immaginare che nei prossimi mesi/anni avremo un grosso rimodellamento sul modo in cui lavoriamo e su come potremo riuscire a fare meglio anche nelle organizzazioni. Questo passa dai processi ma anche dalla tecnologia”.

Non solo nuove tecnologie, è importante interrogarsi sul perché, cosa e come

“Lato HR”, ha proseguito Ferrarotto, “stiamo accompagnando l’organizzazione per avere una cultura più diffusa in merito al management del dato e al uso delle risorse per l’AI generativa”. Alla base di tutto questo, ha spiegato Lorenzo Cavicchi, “c’è stato un asset strategico ben definito con l’obiettivo di misurare l’efficienza e di prendere decisioni in modo più efficace.

In merito ai dati e all’AI ci siamo interrogati sul perché sono importanti, sul cosa significhino per noi e sul come utilizzare la maggioranza di essi. In merito al perché, Lamborghini è un’azienda che si basa su tecnologia all’avanguardia e fatta per spingere su un’innovazione che vada oltre i confini con lo scopo di superare le aspettative di mercato.

Per quanto riguarda il cosa, una road map “Data & AI” è un tool essenziale e strategico per  fissare obiettivi ambiziosi con l’obiettivo di misurare l’efficienza e di prendere decisioni in modo più efficace. Quanto al come, l’AI può facilitare e accelerare il nostro lavoro, migliorare l’esperienza del cliente e favorire la crescita trasformando i dati in insight sfruttando l’analisi predittiva e automatizzando processi complessi”.

Un processo che in Lamborghini non è iniziato da poco: l’AI, come hanno detto i partecipanti, era già “dentro” l’azienda, ma è stato nello scorso anno che si è capito che Intelligenza Artificiale e dati necessitano l’una degli altri. L’AI può essere sempre più intelligente se i dati vengono raffinati, allo stesso tempo questi, grazie all’utilizzo dell’AI diventando sempre più raffinati.

“Abbiamo quindi lavorato per creare un circolo virtuoso tra l’AI e il data management”, ha spiegato Cavicchi “e in questi 12 mesi abbiamo appreso che si tratta di un tema che va oltre la tecnologia. Dobbiamo, infatti, ragionare sul change management perché si tratta di un cambio che riguarderà le nostre vite e dobbiamo far sì che tutti siano pronti, lavorando sia in tema di compliance che di etica”.

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