Evento Speexx HR Storytelling
Giovedì 6 aprile Speexx Italia ha organizzato a Roma, all’NH Hotel, l’evento Speexx HR Storytelling. Sono intervenuti esperti di settore che hanno condiviso esperienze e best practice aziendali. Un ringraziamento speciale a Paola Lazzarini ed Ivan Ottaviani (consulenti aziendali e formatori esperti), a Matteo Lo Bue ed Eva Bandelli (rispettivamente Social media and Learning Community Manager in Reale Group e Internal Communication Professional in Fastweb), per averci guidato nel mondo dello Storytelling d’impresa.
Paola Lazzarini ha introdotto e moderato gli interventi, definendo per prima il concetto di Storytelling.
Tematica molto cara al marketing, lo Storytelling è la prima forma di risposta alle nostre domande. Non è una quisquiglia lessicale o banalmente “raccontare storie”, ma comunicare attraverso racconti. Il racconto deve informare, sedurre, spingere all’azione. Dev’essere persuasivo e catalizzatore.
Per un’azienda lo Storytelling serve a dare identità e senso d’appartenenza, a coinvolgere per rendere protagonisti.
Si parla di Storytelling d’impresa quando ci si riferisce ad un’azione eroica.
Cos’è lo Storytelling per gli HR? E’ il Change Management, l’Innovative Transformation.
Anche quando cambiare incrina l’equilibrio dell’abitudine. Citando Paola “Il cambiamento è come una gravidanza, bisogna volerla”. Necessità e sfida è trasformare i Manager in storyteller, la cui capacità sarà allineare la mission aziendale alle aspettative e ai valori delle persone.
Lo Storytelling non è tattica, è strategia; non è convincere, è coinvolgere e invogliare.
Nelle passate strategie aziendali c’era un obiettivo, un target, un bersaglio. Oggi c’è un ingaggio.
E, a proposito di Engagement, Eva Bandelli ci ha raccontato di come in Fastweb, vincitrice dello Storytelling Award, siano stati attenti a coinvolgere attivamente tutta la popolazione aziendale.
Da un’indagine di clima, per individuare i bisogni e facilitare il dialogo tra colleghi, Fastweb ha scelto una via offline, il World Cafè, e una online, l’intranet Agorà.
Il World Cafè è un metodo efficace di dar vita a conversazioni informali su questioni importanti che riguardano la vita di un’azienda. È una metodologia innovativa per definire nuove strategie, per creare conoscenza e sviluppare cambiamenti anche su larga scala.
Agorà, invece, si è via via trasformata in una vetrina per storyteller che espone le esperienze dei dipendenti condite con un genuino e orgoglioso senso d’appartenenza aziendale. Perché, in linea con lo slogan Fastweb, “la migliore connessione siamo noi”.
Strettamente collegato allo Storytelling, la logica del passaparola, che nel mondo digitale è alla base del concetto di viralità.
Eva ci ha parlato di campagne di promozione risultate virali, come quelle del 2016 “Enjoy your Day” (contro la cultura del lamento), il cui programma si prefiggeva di comunicare – curare – coinvolgere, e “Build and Enjoy” per promuovere la nozione di soddisfazione da un lavoro ben fatto.
Per Eva il Change management è importante ma semplice. Servono dei Brand Ambassador, degli evangelizzatori, dei vitalizzatori interni al sistema.
Anche Reale Mutua è riuscita a coniugare soluzioni social e arte narrativa, per catalizzare l’atletismo relazionale dei dipendenti e, perché no, sfatare i miti che si incollano ad un’azienda storica nata nel 1828.
Matteo Lo Bue ci ha parlato di alcuni progetti di successo: “Talento che Vola”, “Digital Accelerator” e “Storie fuori dal guscio”.
Lo scopo è stato uscire dalla zona di comfort, altresì metaforizzata “guscio” e sviluppare le competenze digitali dei dipendenti con un master organizzato direttamente dall’Academy di Reale.
E alla domanda di Paola “Lo Storytelling in Reale Group è un elemento Digital?” Matteo ha risposto asserendo che “il digitale” serve a supportare il reale, è mezzo e non meta, di promozione della realtà.
“Moderni per tradizione”, lo slogan corporate ci racconta di quanto il gruppo Reale tenga alle proprie radici, ma con un occhio di riguardo all’innovazione continua.
“Il cambiamento è portarsi in giro la tradizione, ma sintetizzata. Dalla porta del cambiamento non passa tutta la casa della tradizione, è preferibile uno zaino di nozioni indispensabili.”
Ivan Ottaviani riprende il tema dell’innovazione, o meglio, del cambiamento che permette l’evoluzione.
Il cambiamento è rapido, non è più sufficiente attenersi allo schema, “fare le cose giuste”. E’ necessario anticipare e prevedere il cambiamento.
Le sfide HR di questi anni? Dalla gestione dei talenti all’equilibrio vita-lavoro, dalla trasformazione digitale alla gestione del cambiamento, i responsabili delle Risorse Umane devono prestare particolare attenzione al binomio formazione-informazione.
L’illusione del sapere è quando ci raccontiamo storie. Non è sufficiente fagocitare informazioni, ma sviluppare competenze reali basate sulla conoscenza appresa.
Il passaggio per uscire dalla comfort zone richiede tempo e dev’essere supportato da un mentor in un processo di formazione.
E se uscire dalla bolla ovattata del quotidiano richiede un sostegno formativo esterno, il ruolo dei responsabili delle Risorse Umane sarà estrarre le persone dalle proprie inseparabili zone franche, innescando il meccanismo dell’impresa, della sfida.
Lo schema base è la storia dell’eroe. L’eroe non sa di essere protagonista. Viene sradicato dall’agio della quotidianità ed esce dalla propria zona di comfort avventurandosi in un’impresa eroica. Una storia per essere interessante deve avere una sfida.
“E’ più difficile apprezzare un film con protagonista la quotidianità abitudinaria di qualcuno”
Il non cambiamento, il ristagno, la stasi, logorano e danneggiano.
Ivan cita Pessoa, rafforzando il concetto:
“Porto addosso tutte le ferite delle battaglie che non ho combattuto”.
La morale è chiara, per cambiare bisogna perdere fisicamente l’equilibrio, come i bambini quando imparano a camminare. E i responsabili HR dovranno condurre il cambiamento passo passo, uscendo a loro volta dalla comfort zone della consuetudine aziendale.
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